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mercoledì 7 dicembre 2011

Permessi di soggiorno a punti?

L' Accordo di Integrazione entrerà in vigore il 10 marzo 2012.
Visualizza l'Accordo:
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/22/0936_allegato_a.pdf
Da quel giorno le persone straniere che faranno domanda di permesso di soggiorno firmeranno un accordo che prevede l'impegno della persona e dello stato italiano a farsì che si inizi un percorso di integrazione.
All'atto della sottoscrizione dell'accordo, sono assegnati allo straniero 16 crediti corrispondenti al livello A1 di conoscenza della lingua italiana parlata ed al livello sufficiente di conoscenza della cultura civica e della vita civile in Italia. I crediti dopo 2 anni dovranno essere 30.
Visualizza i  Crediti riconoscibili:
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/22/0936_allegato_b.pdf

Altre informazioni: http://www.meltingpot.org/articolo17095.html

martedì 1 novembre 2011

Novità nell’apprendistato e nei tirocini per stranieri e non

Testo Unico dell’Apprendistato  Dlgs 167/2011(link)

Dal 25 ottobre 2011 è entrato in vigore questo testo unico che introduce novità e cambia alcune cose dell’apprendistato.
Vediamo che cosa:

abbiamo 4 tipi di apprendistato e non più 3 e sono rivolti a
  1. giovani da 15 a 25 anni per ottenere qualifica o diploma professionalizzante
  2. giovani da 18 a 29 anni per imparare un mestiere per un massimo di 3 anni (5 anni per artigianato) con 120 ore di formazione nei 3 anni
  3. per giovani da 18 a 29 anni per alta formazione e ricerca compresi praticantati per professioni regolate da Ordini Professionali
  4. per lavoratori in mobilità per la loro riqualificazione professionale.

Dalla Regione Toscana approvata ad ottobre 2011Carta di Qualità dei Tirocini

Per le persone straniere con Permesso per studio è possibile attivare un tirocinio

Il tirocinio non è un rapporto di lavoro, ma uno strumento per facilitare l’inserimento lavorativo. Tipi di tirocinio secondo la Regione Toscana:

a) T. formativi e di orientamento per neo-diplomati e neo laureati da 1 a 6 mesi
b) T. di inserimento per inoccupati (fino a 12 mesi)
c) T. di reinserimento per disoccupati e lavoratori in mobilità (fino a 12 mesi)
d) T. di inserimento per soggetti disabili (L. 68/99; fino a 24 mesi)
e) T. di inserimento per soggetti svantaggiati-in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, detenuti con misure alternative di detenzione (fino a 24 mesi)

Giovani Si: possibilità di un rimborso di 400€ mensili per lo svolgimento del tirocinio

sabato 22 ottobre 2011

Le fasi dell'accoglienza

La 1° fase riguarda il saper essere dell'operatore che incontra il saper essere del cliente,
la 2° fase ha a che fare con  il saper fare e la terza il sapere.

Infatti nella 1° fase l'obiettivo è accogliere, comprendere ed entrare in relazione con l'altro attraverso ascolto attivo, silenzio partecipato, domande aperte;

Successivamente analizziamo il problema specifico attraverso le competenze che rientrano nel nostro sapere fare, quindi DOMANDE VERTICALI, ORIZZONTALI, APERTE, CHIUSE, A IMBUTO, è una fase di contenuti dove entriamo nel vivo della ricerca del lavoro incontrando il saper fare del cliente (se questa è la richiesta)

Solo alla fine nella 3 fase restituiamo, informiamo mettendo in pratica il nostro sapere, diamo le risposte.
Quello che dobbiamo tener presente è...

L'accoglienza nel disagio

Nei colloqui di orientamento con persone straniere, specifici per la ricerca del lavoro, possiamo trovarci nel caso di "accoglienza in situazioni di disagio"
Come interveniamo?

La persona che ho davanti presenta un disagio per motivi di lavoro?

Se a questa domanda mi rispondo di si allora dovrò chiedermi e cercare di comprendere quanto sia importante per quella persona avere un lavoro.
Lavoro per sopravvivenza fisica?
Lavoro per sopravvivenza psichica?
Lavoro per un riconoscimento sociale?
Per rispondere a queste domande cerco di indagare per capire il motivo che l'ha spinto/a a rivolgersi allo sportello attraverso DOMANDE APERTE - EMPATICHE e ASCOLTO ATTIVO.

Questa può essere vista come PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA che lo scopo di creare una relazione di fiducia tra me e l'altro, ha l'obiettivo di entrare in contatto con il mondo di un'altra persona

lunedì 10 ottobre 2011

L’accoglienza nell’orientamento

Come operatore prima di dare delle risposte all’altro è necessario che mi ponga delle domande:


Di quali strumenti ho bisogno per accogliere persone straniere e cercare di orientarli nei loro percorsi?
Qual è il mio obiettivo durante i colloqui?
Qqual è  motivazione  spinge l’altro a rivolgersi al servizio?
Quali sono le sue aspettative?


Che immagine ha l’altro del servizio ?(sia un centro per l’impiego, che un informagiovani, che un’agenzia formativa o un’agenzia per il lavoro)


 Una tecnica che può essere utilizzata o comunque che può dare qualche stimolo/idea per noi operatori è la TECNICA DELLA RIFORMULAZIONE introdotta da Carl Rogers
http://www.acp-italia.it/  che l’obiettivo di far capire all’altra persona che lo stiamo ascoltando ed un modo per noi per controllare se abbiamo compreso ciò che ci viene detto.http://www.orientamento.it/orientamento/3b.htm


Che cosa vuol dire riformulare? 
1. Dire con parole nostre il contenuto dell’altro 
2.     Riepilogare 
3.     Delucidare/far emergere quello che sta sullo sfondo del discorso 
4.     Confrontare
Come operatori di sportello sia nell’accoglienza che nell’orientamento lo strumento principale che abbiamo è il colloquio, è nella relazione IO-TU che gli elementi della comunicazione e le tecniche possono diventare strumenti operativi per una comunicazione efficiente.


lunedì 18 luglio 2011

Comunicare: parole, emozioni, pensieri

Quando parliamo di comunicazione, di che cosa crediamo di parlare?!
Ci sono tante teorie, definizioni e sono certamente interessanti e ci aiutano a capire i meccanismi, la struttura e le dinamiche dei processi comunicativi.
Mi ha sempre affascinato il fatto che mentre parliamo con un'altra persona, in qualsiasi contesto, da quello privato-intimo a quello lavorativo, che sia un collloquio di orientamento piuttosto che clinico o di sostegno, tra me e l'altro c'è una specie di canale invisibile che va oltre il significato delle parole, il loro contenuto e che anche descrivendolo  rimane comunque un non-detto...Tutto quello che sta sopra ciò che ci diciamo, quello che viene chiamato metacomunicazione, mi affascina perchè mi sembra che tutto ciò stia nell'universo del possibile e che sia lo spazio per poter capirsi veramente...
Per concludere qualcosa di divertentenuovo_dizionario

venerdì 8 luglio 2011

Novità normative: Decreto Rimpatri

DECRETO LEGGE N°89  23/06/2011 http://www.meltingpot.org/articolo16877.html

Questo decreto completa l'attuazione della Direttiva Europea 2008/115/CE
per la libera circilazione dei cittadini comunitari e per il rimpatrio dei cittadini di Paesi Terzi irregolari.

Cosa cambia?
Le misure adottate per l'allontamento delle persone irregolari saranno: consegna del passaporto, obbligo di dimora e firma agli uffici di polizia e solo come ultima misura coercitiva il trattenimento nei CIE (per un massimo di 180 giorni).
La misura detentiva non sarà applicabile per le persone irregolari che non lasciano l'Italia come era indicato nel Testo Unico.
Inoltre il divieto di reigresso non sarà di 10 anni, ma al massimo di 5 anni.
Altre informazioni o commenti nei siti utili

giovedì 30 giugno 2011

Dialogo Interculturale




Un'interessante lettura e possibilità di ricerca.


“L’altro/a tra noi - La percezione dei confini da parte delle e degli adolescenti italiani” è il titolo di uno studio realizzato dalla Fondazione Intercultura

Un'indagine su 8 province italiane su come gli adolescenti costruiscono l'immagine dell'altro...adolescenti che saranno gli adulti di domani.

Questo può aiutare ad aumentare le nostre conoscenze e competenze

mercoledì 22 giugno 2011

Seconde Generazioni

seconde generazioni

con questo video voglio introdurre l'argomento delle Seconde Generazioni e dell'associazione che è nata a Roma nel 2005.....http://www.secondegenerazioni.it/

Credo sia importante prendere una posizione sull'argomento!

domenica 12 giugno 2011

Comunicazione interculturale

Esistono degli ostacoli psico-affettivi della comprensione interculturale che portano dalla paura del diverso alla tentazione di vedere in esso un capro espiatorio.

LaRay Barna ha elencato gli ostacoli che a suo parere impediscono la comunicazione interculturale:
Ostacoli
  1. la presunzione di essere uguali, che impedisce di vedere la diversità
  2. la differenza linguistica
  3. i fraintendimenti verbali
  4. i preconcetti e gli stereotipi
  5. la tendenza a giudicare
  6. la forte ansia.
Comprendersi non è un ''evento naturale'' ma uno sforzo e una scelta che va in controtendenza con l'individualismo e la chiusura.
Riprendendo la metafora informatica proposta da Hofstede:

la comunicazione interculturale dovrebbe accompagnare e favorire la costruzione di un ''mondo perfetto'' non dove tutti hanno Windows o Macintosh o Unix, ma in cui ciascuno ha il sistema operativo che preferisce o che si è trovato nel suo computer e questo non gli crea alcuna difficoltà nel collegarsi con gli altri

 Bibliografia utile

Oltre a questi ostacoli aggiungerei anche altre barriere alla comunicazione:

  1. interrompere
  2. dare giudizi
  3. offrire consigli
  4. minacciare
  5. svalutare
  6. deridere
  7. generalizzare
  8. incalzare
  9. imporre
  10. interpretare

giovedì 9 giugno 2011

Comunicazione interculturale

Il ''compito'' della comunicazione interculturale dovrebbe essere quello di favorire il confronto tra persone di culture diverse e la coesione sociale.
Ma come possiamo raggiungere quest’obiettivo?
Abbiamo bisogno di competenze comunicative da mettere in pratica nei colloqui di orientamento con persone straniere?
Un autore esperto nel campo dice che:

''L'acquisizione delle abilità di comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi:

consapevolezza, conoscenza e abilità.

Tutto comincia con la consapevolezza: il riconoscere che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal modo in cui è cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre condizioni hanno, per le stesse ottime ragioni, un diverso software mentale. [...]
Poi dovrebbe venire la conoscenza: se dobbiamo interagire con altre culture, dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono i loro simboli, i loro eroi, i loro riti [...].
L'abilità di comunicare tra culture deriva dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dall'esperienza personale''.

                                                                                        (Hofstede)

La comunicazione interculturale è un’ integrazione di abilità e facoltà generali.
Le competenze specifiche che possono aiutare sono:
1.      la conoscenza della lingua, un modo per ''accorciare le distanze'' e per dimostrare interesse e rispetto verso l'altro. In molti servizi infatti sono presenti mediatrici culturali - linguistiche.
2.      la conoscenza non stereotipata di valori e tradizioni
3.      la capacità di interpretare i modi particolari con cui stili e regole vengono espressi attraverso la comunicazione dalle singole persone.

Elementi da non dimenticare:
  1. il linguaggio non verbale dal qualecspesso nascono distorsioni e malintesi
  2. il contesto in cui le espressioni vanno collocate, infatti nelle culture definite ''ad alto contesto'' la maggior parte delle informazioni non viene fornita in modo esplicito, bensì va desunta dal contesto, dalla gestualità o dal tono di voce.

Queste abilità ci aiutano a comprendere l’altro?

Curare la comunicazione interculturale contribuisce a realizzare, insieme all'empatia nelle sue molteplici dimensioni, la comprensione dell'altro, anche se non è possibile immaginare una piena comprensione, per l'indefinita libertà della persona e per l'immensa varietà di significati che noi stessi attribuiamo alla vita e alle espressioni culturali. 

continua...

sabato 4 giugno 2011

Pregiudizi e stereotipi nell’incontro con persone straniere

A proposito di stereotipi/pregiudizi ho trovato molto interessante un articolo nel blog Integrazione Pisa  
e il commento fatto da una lettrice con il link Luoghi Comuni

Un documento che ci racconta I luoghi comuni che abbiamo rispetto ai cittadini stranieri.

Credo sia molto formativo e utile anche per noi operatori che non siamo immuni da luoghi comuni o stereotipi e che possono ostacolare una comunicazione efficace nei colloqui di orientamento o di accoglienza.

Complessivamente, regolari e non, la presenza degli stranieri in Italia è al 7-8% mentre nella percezione degli italiani è il 23%. Questo è uno dei luoghi comuni del documento, commentato attraverso dati e numeri presi da fonti sicure, come Caritas, Istat, Ismu.
Anche pensare “vengono tutti qua” è una percezione distorta della realtà, infatti l’Italia è quasi all’ultimo posto

Irlanda 12,6%
Spagna 11,6%
Austria 10,2%
Germania 8,8%
Gran Bretagna 6,6%
Italia 5,8%
Francia 5,7%

Ma i numeri sicuramente non sono sufficienti per abbattere stereotipi e pregiudizi, credo che l’incontro con le persone possa aiutare, ma un incontro percepito e vissuto come relazione paritaria senza differenza di potere, mentre spesso il rapporto con la persona straniera e non solo in Italia, è definito da una differenza di potere (noi-loro) e gli stereotipi e i pregiudizi sono applicati al gruppo e non alla singola persona. Così quando incontriamo una persona appartenente a quel determinato gruppo noi lo percepiamo con delle caratteristiche già attribuite al gruppo e da qui possono nascere aspettative e pensieri distorti.
Forse è impossibile non avere stereotipi o distorsioni ma sapere come funziona la nostra mente ci può aiutare.
Buona lettura!

venerdì 3 giugno 2011

Uno studio sull'intergrazione degli stranieri

L'integrazione dei migranti è una delle priorità dell'Unione Europea e lo studio di Eurostat raccoglie degli indicatori per "verificare" l'intergrazione dei cittadini immigrati.

OCCUPAZIONE: tasso di occupati e disoccupati
ISTRUZIONE: titolo di studio e tasso di abbandono scolastico
INCLUSIONE SOCIALE: media del reddito, stato di salute, rischio povertà
CITTADINANZA ATTIVA: cittadinanza, rappresentanti eletti

Credo che un efficente servizio di orientamento lavorativo e formativo possa contribuire a migliorare questi indicatori. Per scaricare l'intero rapporto...
Doc.

lunedì 30 maggio 2011

Un video divertente

5. Orientamento: perché?

Per cercare che cosa? Per cambiare qualcosa?!!
           
Occupazione
Ricerca professionale/formativa
Insoddisfazione
Europa studio/lavoro
News, novità
Tirocinio formativo e di orientamento
Accompagnamento nella ricerca lavorativa
Mercato del lavoro
Elaborazione di nuovi progetti personali
Normativa di riferimento
Tutto l’arco della vita
Offerte di lavoro e di formazione

venerdì 27 maggio 2011

4. Quando fare orientamento?

Nei momenti di passaggio, come dalla scuola di primo grado a quella di secondo o verso l’università?
Oppure dalla scuola al mondo del lavoro?

O magari in una fase della vita particolarmente difficile, come ad esempio dopo aver perso il posto di lavoro che avevamo da 20 o più anni?
Anche quando abbiamo bisogno di capire cosa vogliamo fare della nostra vita professionale o formativa?
Semplicemente per conoscere i servizi del territorio e le offerte formative o lavorative?
Quando non riesco a definire le mie competenze e le mie capacità?
Quando sono straniero? italiano? donna? uomo? giovane? anziano? disabile? disoccupato? occupato? in cerca di prima occupazione? inattivo? casalinga? studente? in mobilità? in cassa integrazione?
Credo che la lista potrebbe continuare…soprattutto nel contesto storico sociale ed economico in cui ci troviamo, cioè nelle precarietà flessibile quotidiana…
O come dice Zygmunt Bauman nella nostra vita liquida, precaria, vissuta in condizioni di continua incertezza…vuoi conoscere Zygmunt....clicca su info di Bauman

mercoledì 25 maggio 2011

3. Dove si fa orientamento?









Quali sono gli spazi nei quali si svolgono i colloqui di orientamento, individuali o di gruppo o comunque dove si effettuano quelle attività che hanno attinenza con l’orientare?
Sono i luoghi dove si instaura una relazione d’aiuto tra operatore e utente, nella quale entrambi hanno l’obiettivo di soddisfare le proprie esigenze, l’uno di facilitare e sostenere l’altro nella sua ricerca di informazioni e consulenza per il proprio progetto di vita professionale e/o formativo; l’altro di trovare delle risposte o degli strumenti per cercarle.
Innanzitutto i servizi che svolgono questo tipo di attività sono sedi accreditate (Decreto Ministeriale n.166/2001 e per la Regione Toscana vedi http://www.saforet.it )

Nel 1997 le attività di orientamento, formazione e lavoro sono diventate competenza delle Regioni e degli enti locali (D.lgs 469/1997, http://www.parlamento.it)  con l’obiettivo di integrare i servizi di orientamento con la formazione e il lavoro. Sono nati quelli che oggi conosciamo come i Centro per l’Impiego (servizio pubblico) e le Agenzie per il Lavoro (ex agenzie interinali, servizio privato). Sono state introdotti i tirocini formativi e di orientamento ed è stato rilanciato l’apprendistato, in  Pacchetto Treu

Con la cosiddetta  Legge Biagi
vengono delineate le attività di mediazione che posso svolgere i Centri per l’Impiego e le Agenzie per il Lavoro; queste le più inerenti all’orientamento:
  1. somministrazione di lavoro
  2. intermediazione (e qui troviamo l’orientamento professionale)
  3. ricerca e selezione del personale
  4. supporto alla ricollocazione professionale 
In Toscana abbiamo il Testo Unico L32/2002
 Qui sono descritte le attività dei servizi per l’impiego in modo più dettagliato:
  1. accoglienza
  2. consulenza e servizi per l’occupabilità
  3. servizi alle imprese e alla pubblica amministrazione
  4. servizi amministrativi
  5. incontro domanda offerta di lavoro
  6. gestione struttura
Nelle prime due troviamo le attività che vanno dalla prima accoglienza, alla consulenza orientativa di 1° e 2° livello, al bilancio delle competenze fino all’accompagnamento al lavoro.
L’orientamento professionale/formativo viene anche svolto nelle Agenzie Formative, nelle Università e nelle scuole in generale,  negli Sportelli Lavoro dei Comuni chiamati anche sportelli orientamento lavoro, nei patronati sindacali, negli sportelli o punti informativi per stranieri. Oppure on-line Jobtel il portale dell’orientamento al lavoro; o il sito dedicato all’orientamento www.orientamento.it/ 

lunedì 23 maggio 2011

2. Chi è l’orientatore?

Come nelle definizioni di orientamento anche individuare chi è l’orientatore non è affatto semplice, sembra di entrare in una giungla fitta di liane dove si intravedono lievi spiragli di luce. Esistono le 2 figure individuate dal Decreto Ministeriale n.166/2001 cioè l’orientatore e il tutor dell’inserimento, contenuto sviluppato poi dall’ Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (www.isfol.it) che in un documento del 2003 presenta 4 profili professionali: operatore dell’informazione orientativa (funzioni di accoglienza e erogazione informazioni), tecnico dell’orientamento (monitoraggio e tutoraggio nei percorsi professionali e formativi), consulente di orientamento (counseling orientativo, bilancio delle competenze) e analista di politiche e servizi di orientamento (progettazione interventi e coordinamento delle strutture). Quasi contemporaneamente l’Associazione Italiana professionisti dell’orientamento (www.assipro.it) delinea 2 figure: l’operatore di sportello e il consulente di orientamento, il primo ha un ruolo di raccolta informazioni di percorsi formativo/professionali e colloqui di prima accoglienza per fornire tali indicazioni, il secondo svolge counseling orientativo, bilanci di competenze e animazione di gruppi. Ed infine la proposta della Regione Toscana.
Tecnico delle attività di rilevazione, analisi delle competenze individuali, assessment e counseling anche per favorire l'inserimento lavorativo.
Viene descritto come colui che analizza l'offerta formativa e professionale del territorio e dai bisogni formativi e/o professionali delle persone (giovani, adulti disoccupati, adulti inoccupati, ecc.), rileva e analizza le competenze, le attitudini e le aspettative degli individui, condividendo e valorizzando le competenze di auto orientamento della persona e le soluzioni idonee in relazione alle esigenze emerse. Ha relazioni con i responsabili delle scuole, dei centri per l'impiego, delle agenzie formative, degli osservatori scolastici provinciali e degli informa giovani presenti sul territorio.

Le 5 W dell’orientamento (what, who, where, when, why)





1. Che cos’è l’orientamento?

Dare una definizione di orientamento non è certo una cosa semplice. Esistono dibattiti sul tema e in molti stanno cercando di definire il termine. I concetti cambiano a seconda del contesto storico e socio-culturale, si modificano nel tempo come fossero sempre nuove costruzioni di significati. (Le fasi dell'orientamento:http://www.provincia.torino.it) E quindi non rimane che scegliere e adottare la definizione più adatta per ognuno di noi, come un paio di scarpe o un vestito, devo starci comoda e sentirmi a mio agio.
Delle definizioni lette ho scelte alcune parti e questo è il risultato.
L’ orientamento è un processo continuo di sostegno alle persone per l’intero arco della vita.
E’ caratterizzato da due o più persone dove uno, che chiamerò facilitatore o orientatore, ha lo scopo di promuovere, sviluppare e facilitare nell’altro o nel gruppo, che chiamerò cliente o utente, un processo di autonomia per l’elaborazione del proprio progetto di vita professionale e personale.
L’orientatore fornisce informazioni e consulenza sulla realtà del mondo formativo e professionale in modo da rendere l’altro capace di effettuare scelte consapevoli autonome, efficaci e congruenti con il proprio ambiente di vita.
L’orientatore crea contesti facilitanti in cui l’altro possa sviluppare le proprie competenze e costruire il suo futuro diventando orientatore di se stesso.
Le consulenze di orientamento riguardano:
·        scelte formative
·        modalità di ricerca del lavoro
·        strategie di inserimento nelle professioni
·        crescita professionale
L’orientamento viene svolto attraverso:
·        erogazione di informazioni
·        colloqui individuali
·        bilanci di competenze
·        animazione di gruppi
·        brevi corsi dedicati alla ricerca del lavoro o a scelte formative


Per consultare altre definizioni:
http://www.isfol.it/Glossario