Il ''compito'' della comunicazione interculturale dovrebbe essere quello di favorire il confronto tra persone di culture diverse e la coesione sociale.
Ma come possiamo raggiungere quest’obiettivo?
Abbiamo bisogno di competenze comunicative da mettere in pratica nei colloqui di orientamento con persone straniere?
Un autore esperto nel campo dice che:
''L'acquisizione delle abilità di comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi:
consapevolezza, conoscenza e abilità.
Tutto comincia con la consapevolezza: il riconoscere che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal modo in cui è cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre condizioni hanno, per le stesse ottime ragioni, un diverso software mentale. [...]
Poi dovrebbe venire la conoscenza: se dobbiamo interagire con altre culture, dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono i loro simboli, i loro eroi, i loro riti [...].
L'abilità di comunicare tra culture deriva dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dall'esperienza personale''.
(Hofstede)
La comunicazione interculturale è un’ integrazione di abilità e facoltà generali.
Le competenze specifiche che possono aiutare sono:
1. la conoscenza della lingua, un modo per ''accorciare le distanze'' e per dimostrare interesse e rispetto verso l'altro. In molti servizi infatti sono presenti mediatrici culturali - linguistiche.
2. la conoscenza non stereotipata di valori e tradizioni
3. la capacità di interpretare i modi particolari con cui stili e regole vengono espressi attraverso la comunicazione dalle singole persone.
Elementi da non dimenticare:
- il linguaggio non verbale dal qualecspesso nascono distorsioni e malintesi
- il contesto in cui le espressioni vanno collocate, infatti nelle culture definite ''ad alto contesto'' la maggior parte delle informazioni non viene fornita in modo esplicito, bensì va desunta dal contesto, dalla gestualità o dal tono di voce.
Queste abilità ci aiutano a comprendere l’altro?
Curare la comunicazione interculturale contribuisce a realizzare, insieme all'empatia nelle sue molteplici dimensioni, la comprensione dell'altro, anche se non è possibile immaginare una piena comprensione, per l'indefinita libertà della persona e per l'immensa varietà di significati che noi stessi attribuiamo alla vita e alle espressioni culturali.
continua...
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