lunedì 30 maggio 2011
5. Orientamento: perché?
Per cercare che cosa? Per cambiare qualcosa?!!
Occupazione
Ricerca professionale/formativa
Insoddisfazione
Europa studio/lavoro
News, novità
Tirocinio formativo e di orientamento
Accompagnamento nella ricerca lavorativa
Mercato del lavoro
Elaborazione di nuovi progetti personali
Normativa di riferimento
Tutto l’arco della vita
Offerte di lavoro e di formazione
venerdì 27 maggio 2011
4. Quando fare orientamento?
Nei momenti di passaggio, come dalla scuola di primo grado a quella di secondo o verso l’università?
O magari in una fase della vita particolarmente difficile, come ad esempio dopo aver perso il posto di lavoro che avevamo da 20 o più anni?
Anche quando abbiamo bisogno di capire cosa vogliamo fare della nostra vita professionale o formativa?
Semplicemente per conoscere i servizi del territorio e le offerte formative o lavorative?
Quando non riesco a definire le mie competenze e le mie capacità?
Quando sono straniero? italiano? donna? uomo? giovane? anziano? disabile? disoccupato? occupato? in cerca di prima occupazione? inattivo? casalinga? studente? in mobilità? in cassa integrazione?
Credo che la lista potrebbe continuare…soprattutto nel contesto storico sociale ed economico in cui ci troviamo, cioè nelle precarietà flessibile quotidiana…
O come dice Zygmunt Bauman nella nostra vita liquida, precaria, vissuta in condizioni di continua incertezza…vuoi conoscere Zygmunt....clicca su info di Bauman
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mercoledì 25 maggio 2011
3. Dove si fa orientamento?
Quali sono gli spazi nei quali si svolgono i colloqui di orientamento, individuali o di gruppo o comunque dove si effettuano quelle attività che hanno attinenza con l’orientare?
Sono i luoghi dove si instaura una relazione d’aiuto tra operatore e utente, nella quale entrambi hanno l’obiettivo di soddisfare le proprie esigenze, l’uno di facilitare e sostenere l’altro nella sua ricerca di informazioni e consulenza per il proprio progetto di vita professionale e/o formativo; l’altro di trovare delle risposte o degli strumenti per cercarle.
Innanzitutto i servizi che svolgono questo tipo di attività sono sedi accreditate (Decreto Ministeriale n.166/2001 e per la Regione Toscana vedi http://www.saforet.it )
Nel 1997 le attività di orientamento, formazione e lavoro sono diventate competenza delle Regioni e degli enti locali (D.lgs 469/1997, http://www.parlamento.it) con l’obiettivo di integrare i servizi di orientamento con la formazione e il lavoro. Sono nati quelli che oggi conosciamo come i Centro per l’Impiego (servizio pubblico) e le Agenzie per il Lavoro (ex agenzie interinali, servizio privato). Sono state introdotti i tirocini formativi e di orientamento ed è stato rilanciato l’apprendistato, in Pacchetto Treu
Con la cosiddetta Legge Biagi
vengono delineate le attività di mediazione che posso svolgere i Centri per l’Impiego e le Agenzie per il Lavoro; queste le più inerenti all’orientamento:
- somministrazione di lavoro
- intermediazione (e qui troviamo l’orientamento professionale)
- ricerca e selezione del personale
- supporto alla ricollocazione professionale
Qui sono descritte le attività dei servizi per l’impiego in modo più dettagliato:
- accoglienza
- consulenza e servizi per l’occupabilità
- servizi alle imprese e alla pubblica amministrazione
- servizi amministrativi
- incontro domanda offerta di lavoro
- gestione struttura
Nelle prime due troviamo le attività che vanno dalla prima accoglienza, alla consulenza orientativa di 1° e 2° livello, al bilancio delle competenze fino all’accompagnamento al lavoro.
L’orientamento professionale/formativo viene anche svolto nelle Agenzie Formative, nelle Università e nelle scuole in generale, negli Sportelli Lavoro dei Comuni chiamati anche sportelli orientamento lavoro, nei patronati sindacali, negli sportelli o punti informativi per stranieri. Oppure on-line Jobtel il portale dell’orientamento al lavoro; o il sito dedicato all’orientamento www.orientamento.it/
lunedì 23 maggio 2011
2. Chi è l’orientatore?
Come nelle definizioni di orientamento anche individuare chi è l’orientatore non è affatto semplice, sembra di entrare in una giungla fitta di liane dove si intravedono lievi spiragli di luce. Esistono le 2 figure individuate dal Decreto Ministeriale n.166/2001 cioè l’orientatore e il tutor dell’inserimento, contenuto sviluppato poi dall’ Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (www.isfol.it) che in un documento del 2003 presenta 4 profili professionali: operatore dell’informazione orientativa (funzioni di accoglienza e erogazione informazioni), tecnico dell’orientamento (monitoraggio e tutoraggio nei percorsi professionali e formativi), consulente di orientamento (counseling orientativo, bilancio delle competenze) e analista di politiche e servizi di orientamento (progettazione interventi e coordinamento delle strutture). Quasi contemporaneamente l’Associazione Italiana professionisti dell’orientamento (www.assipro.it) delinea 2 figure: l’operatore di sportello e il consulente di orientamento, il primo ha un ruolo di raccolta informazioni di percorsi formativo/professionali e colloqui di prima accoglienza per fornire tali indicazioni, il secondo svolge counseling orientativo, bilanci di competenze e animazione di gruppi. Ed infine la proposta della Regione Toscana.
Tecnico delle attività di rilevazione, analisi delle competenze individuali, assessment e counseling anche per favorire l'inserimento lavorativo.
Viene descritto come colui che analizza l'offerta formativa e professionale del territorio e dai bisogni formativi e/o professionali delle persone (giovani, adulti disoccupati, adulti inoccupati, ecc.), rileva e analizza le competenze, le attitudini e le aspettative degli individui, condividendo e valorizzando le competenze di auto orientamento della persona e le soluzioni idonee in relazione alle esigenze emerse. Ha relazioni con i responsabili delle scuole, dei centri per l'impiego, delle agenzie formative, degli osservatori scolastici provinciali e degli informa giovani presenti sul territorio.
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Le 5 W dell’orientamento (what, who, where, when, why)
Dare una definizione di orientamento non è certo una cosa semplice. Esistono dibattiti sul tema e in molti stanno cercando di definire il termine. I concetti cambiano a seconda del contesto storico e socio-culturale, si modificano nel tempo come fossero sempre nuove costruzioni di significati. (Le fasi dell'orientamento:http://www.provincia.torino.it) E quindi non rimane che scegliere e adottare la definizione più adatta per ognuno di noi, come un paio di scarpe o un vestito, devo starci comoda e sentirmi a mio agio.
Delle definizioni lette ho scelte alcune parti e questo è il risultato.
L’ orientamento è un processo continuo di sostegno alle persone per l’intero arco della vita.
E’ caratterizzato da due o più persone dove uno, che chiamerò facilitatore o orientatore, ha lo scopo di promuovere, sviluppare e facilitare nell’altro o nel gruppo, che chiamerò cliente o utente, un processo di autonomia per l’elaborazione del proprio progetto di vita professionale e personale.
L’orientatore fornisce informazioni e consulenza sulla realtà del mondo formativo e professionale in modo da rendere l’altro capace di effettuare scelte consapevoli autonome, efficaci e congruenti con il proprio ambiente di vita.
L’orientatore crea contesti facilitanti in cui l’altro possa sviluppare le proprie competenze e costruire il suo futuro diventando orientatore di se stesso.
Le consulenze di orientamento riguardano:
· scelte formative
· modalità di ricerca del lavoro
· strategie di inserimento nelle professioni
· crescita professionale
L’orientamento viene svolto attraverso:
· erogazione di informazioni
· colloqui individuali
· bilanci di competenze
· animazione di gruppi
· brevi corsi dedicati alla ricerca del lavoro o a scelte formative
Per consultare altre definizioni:
http://www.isfol.it/Glossario
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