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sabato 22 ottobre 2011

Le fasi dell'accoglienza

La 1° fase riguarda il saper essere dell'operatore che incontra il saper essere del cliente,
la 2° fase ha a che fare con  il saper fare e la terza il sapere.

Infatti nella 1° fase l'obiettivo è accogliere, comprendere ed entrare in relazione con l'altro attraverso ascolto attivo, silenzio partecipato, domande aperte;

Successivamente analizziamo il problema specifico attraverso le competenze che rientrano nel nostro sapere fare, quindi DOMANDE VERTICALI, ORIZZONTALI, APERTE, CHIUSE, A IMBUTO, è una fase di contenuti dove entriamo nel vivo della ricerca del lavoro incontrando il saper fare del cliente (se questa è la richiesta)

Solo alla fine nella 3 fase restituiamo, informiamo mettendo in pratica il nostro sapere, diamo le risposte.
Quello che dobbiamo tener presente è...

L'accoglienza nel disagio

Nei colloqui di orientamento con persone straniere, specifici per la ricerca del lavoro, possiamo trovarci nel caso di "accoglienza in situazioni di disagio"
Come interveniamo?

La persona che ho davanti presenta un disagio per motivi di lavoro?

Se a questa domanda mi rispondo di si allora dovrò chiedermi e cercare di comprendere quanto sia importante per quella persona avere un lavoro.
Lavoro per sopravvivenza fisica?
Lavoro per sopravvivenza psichica?
Lavoro per un riconoscimento sociale?
Per rispondere a queste domande cerco di indagare per capire il motivo che l'ha spinto/a a rivolgersi allo sportello attraverso DOMANDE APERTE - EMPATICHE e ASCOLTO ATTIVO.

Questa può essere vista come PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA che lo scopo di creare una relazione di fiducia tra me e l'altro, ha l'obiettivo di entrare in contatto con il mondo di un'altra persona

lunedì 10 ottobre 2011

L’accoglienza nell’orientamento

Come operatore prima di dare delle risposte all’altro è necessario che mi ponga delle domande:


Di quali strumenti ho bisogno per accogliere persone straniere e cercare di orientarli nei loro percorsi?
Qual è il mio obiettivo durante i colloqui?
Qqual è  motivazione  spinge l’altro a rivolgersi al servizio?
Quali sono le sue aspettative?


Che immagine ha l’altro del servizio ?(sia un centro per l’impiego, che un informagiovani, che un’agenzia formativa o un’agenzia per il lavoro)


 Una tecnica che può essere utilizzata o comunque che può dare qualche stimolo/idea per noi operatori è la TECNICA DELLA RIFORMULAZIONE introdotta da Carl Rogers
http://www.acp-italia.it/  che l’obiettivo di far capire all’altra persona che lo stiamo ascoltando ed un modo per noi per controllare se abbiamo compreso ciò che ci viene detto.http://www.orientamento.it/orientamento/3b.htm


Che cosa vuol dire riformulare? 
1. Dire con parole nostre il contenuto dell’altro 
2.     Riepilogare 
3.     Delucidare/far emergere quello che sta sullo sfondo del discorso 
4.     Confrontare
Come operatori di sportello sia nell’accoglienza che nell’orientamento lo strumento principale che abbiamo è il colloquio, è nella relazione IO-TU che gli elementi della comunicazione e le tecniche possono diventare strumenti operativi per una comunicazione efficiente.